A guardia del territorio
La Torre è lì, dove l’ho lasciata qualche giorno fa …
Sono giorni difficili, particolari, di grande insegnamento, tristi ma di prospettiva. Giorni nei quali ci si sente nel contempo soli ma anche parte di una comunità. Giorni nei quali il pensiero va ai familiari, agli amici e nel mio caso, ma non solo nel mio caso, ai colleghi, ai compagni di lavoro che poi sono molto spesso i compagni di vita.
Normalmente passo più tempo con la mia brigata che con mia moglie ed i miei figli. Logico che oggi io sia in apprensione per loro ma soprattutto in costante contatto con loro. Con la mia squadra, con Peppe, con Carmine ma anche con chi lavora in sala, negli uffici e con chi abitualmente passa dalla Torre del Saracino perché spinto dal piacere di portarci i suoi prodotti o per farcene assaggiare di nuovi.
Certo, ormai siamo sempre tutti “connessi” ma proprio mentre le chat ci tengono in qualche modo uniti nello stesso tempo questo tipo di comunicazione ci fa capire quanto siamo lontani. Mancano i riti di ogni giorno, il caffè, le chiacchierate che non riguardano solo i piatti, le ricette e quant’altro. Ci manca poter dare o ricevere una pacca sulle spalle, un consiglio. Ci manca sentire quei rumori cui siamo abituati, che restano familiari ma che ora sentiamo ovattati.
Sappiamo come ci siamo lasciati, non come ci ritroveremo. Di sicuro motivati, motivatissimi. Questa è una prova dura per tutti, ma che ci renderà più forti. Forse nessuno ha ben chiaro cosa ci attenderà, anche noi chef dovremo fare i conti con uno scenario mutato sotto ogni punto di vista. Dovremo trovare nuove strade ma le sfide sono da sempre il pane quotidiano di noi chef ed animano le nostre brigate. Siamo #distantimauniti, mai hashtag fu più indovinato.
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